La chiamata del Signore
Chiama: la chiamata del Signore ci
ricorda che è sua l'iniziativa e che a noi è richiesto silenzio
esteriore ed interiore per ascoltare la sua voce. E in questa
predisposizione, la riconosciamo come voce divina che ci interpella.
Parla: il Signore si comunica, comunica
se stesso incessantemente e con la sua Parola crea e ricrea. Questo
significa che il Buon Pastore è Parola a noi accessibile perché
incarnata, viva e trasformante, è luce che consente di guardarsi con
attenzione e guardare con attenzione, dentro e fuori di noi. E'
strumento per una consapevolezza, per un ordine nel quale siamo
chiamati a muoverci con fede, speranza e carità.
Nutre: con i sacramenti. Liturgia della
Parola e liturgia Eucaristica sono aspetti diversi di un'unica
Persona che ci vive accanto e "dentro", che da' forza per
superare gli ostacoli della nostra natura ferita dal peccato e apre
l'accesso alla Verità e alla Gioia con tutti i sacramenti che
scaturiscono dal costato di Cristo, morto e risorto per noi.
Nella Chiesa: tutti chiamati ad essere
figli di Dio, una chiamata universale alla partecipazione alla vita
divina, nella quale si inserisce la chiamata particolare come via per
la salvezza personale e per la santificazione della Chiesa, insieme
di fratelli tutti convocati da Dio a formare un solo corpo in un solo
spirito.
Nel Carmelo: la spiritualità
carmelitana ruota attorno a questi elementi, Parola meditata giorno e
notte, perché possiamo rimanervi e conoscere profondamente Dio che
ci ha creato per amore. Per incontrarlo, per servirlo. Ed Eucaristia
per crescere nella comunione con Lui e tra noi, alla stessa mensa,
alla quale siede Maria, Madre e Decore del Carmelo, bellezza
trasparente e pura attraverso la quale vediamo Dio e sperimentiamo
l'amore puro e gratuito che siamo chiamate a ridonare a tutti i
compagni di cammino.
La chiamata particolare: nel nome di
Cristo, otteniamo ogni cosa. Dio ci ha rivelato il suo nome, Gesù si
è incarnato nella storia, in poche parole, si è rivelato, ha
svelato la sua identità. Prima pronuncia il suo nome e poi il
nostro: Lui ci conosce, noi lo riconosciamo e lo chiamiamo Maestro,
Pastore, riferimento continuo....Per dare la vita anche noi. La sua
identità di Colui che dona e si dona, è anche la nostra: siamo
stati creati a Sua immagine. E come si può donare la vita dietro una
grata che sembra impedire o mortificare la libertà, anche quella di
compiere un bene necessario?
Consacrazione: non apparteniamo più a
noi stessi per essere di tutti. Abbiamo accettato un particolare
servizio che ha superao le nostre aspettative perché quanto il
Signore ha ispirato nel nostro percorso precedente l'ingresso in
monastero, era comunque limitato a tempi e spazi che in una vita di
preghiera di intercessione continua, non esistono.
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