Unità,
armonia e bellezza...
"Ecco
quanto è bello e quanto è soave che i fratelli vivano insieme..."
Sembrano parole legate ad un tempo lontano oppure ad un ideale
irraggiungibile, ma non è così: sono parole vere, parola di Dio,
quindi eternamente valida, che realizza quanto afferma. Se
pronunciata e interiorizzata con fede, produce effetto, diviene
realtà. La Parola di Dio non torna a Lui senza aver fecondato la
terra del nostro cuore, i sentieri bui e tortuosi della nostra
mente.... Così questo salmo, scritto secoli fa, può essere attuale,
se noi lo vogliamo.
Il mondo sta cambiando attorno a noi e dentro di
noi: siamo tutti coinvolti in questa rivoluzione che tocca
profondamente ogni individuo e ogni gruppo: le famiglie, le comunità
religiose e laiche (famiglie carismatiche), i gruppi di amici, tutti.
Come affrontiamo quanto turba il nostro cuore? Cosa accade alla
visione cristiana e umana della sessualità, ai principi fondamentali
del rapporto uomo-donna, alla vita consacrata in questo tempo di
"guerra"? Nel Vangelo troviamo quanto è necessario per
orientare la rotta e guardare alla vita e alla relazione con i
fratelli, con speranza ed energia costruttiva. Non possiamo e non
dobbiamo restare nell'angoscia prodotta dai nostri tempi. Nessun
compromesso, disorientamento o spavento, ma un sollecito e rinnovato
atteggiamento di fiducia serena nel Signore che guida la storia e
indica i semi di bene presenti nella società e nella vita di tanti
cristiani.
Ogni
cristiano per comprendere se stesso, la sua profonda identità,
guarda alla Trinità, comunione del Figlio con il Padre nello Spirito
Santo. In questo sguardo alimenta il desiderio di unione a Dio e
comunione con gli uomini. Il consacrato, segno visibile e testimone
della fraternità universale, ricorda la meta, la nostra chiamata al
servizio, alla lode di Dio, alla conferma di un'alleanza meravigliosa
che Egli ha pensato per congiungere cielo e terra. Quante volte
abbiamo contemplato con stupore l'arcobaleno, riconoscendolo un
capolavoro naturale che affascina chiunque lo guarda... Segno biblico
di questo accordo che Dio stipula con l'uomo, è pure simile ad un
ponte visibile solo attraverso "sottili lacrime" di prove
vissute con fede, che permettono di percepire i "colori della
grazia", le sfumature dei raggi del Sole di giustizia, la Luce
vera del mondo che si riaccenderà vittoriosa nella veglia pasquale.
Questo ponte tra cielo e terra è percorso da Dio e anche l'uomo può
percorrerlo con fede, speranza e carità. E' proposta divina per un
cammino di unificazione e di unione: tutto ciò che non segue questa
logica armoniosa, non viene da Dio. E ogni cuore che aderisce al suo
creativo progetto di salvezza per tutti e per ciascuno, diventa
anch'esso ponte attraverso il quale Dio comunica qualcosa di se
stesso. Non si lede mai la dignità del fratello quando si accoglie e
si ama in questo contesto di unione: unione in se stessi, unione
uomo-donna, unione familiare, unione di carità nella comunità,
unione di intenti nella Chiesa edificata con pietre vive: tutto
diventa fecondo, generosamente generatore di vita. Il venerdì Santo
sentiamo pronunciare dalle labbra del sacerdote questa preghiera:
Ricordati,
Padre, della tua misericordia; santifica e proteggi sempre questa tua
famiglia, per la quale Cristo, tuo Figlio, inaugurò nel suo sangue
il mistero pasquale. Affianchiamo
a questa richiesta che la Chiesa universale farà vivendo il centro
dell'anno liturgico come momento di grazia profonda per una vita da
vivere in fedeltà e letizia, una frase "carmelitana"
ereditata da secoli e pronunciata nuovamente oggi dalla nostra
comunità che si rivolge alla comunità sutrina, in comunione di
ricerca e attese: Offro
a Maria tutta la comunità e la prego di custodirla con quell'amore
con cui custodì il Verbo incarnato
(S.M.Maddalena de'Pazzi).
Nell'amicizia del Signore che ha sconfitto
la morte, le Sorelle Carmelitane
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